Le tante suggestioni del Borgo di Ostia Antica e Castello di Giulio II

Il suggestivo Borgo di Ostia Antica sorge a pochi chilometri da Roma, lungo la Via dei Romagnoli. Un tempo cuore dell’antica Ostia, la zona oggi affascina con le sue vestigia medievali e la stessa eleganza del suo borgo rinascimentale.

Nella tarda antichità questo luogo era una necropoli; nel corso dei secoli, divenne invece un centro vitale grazie alla basilica dedicata a Santa Aurea.

Questa chiesa, situata nella piazza del borgo, è documentata storicamente già a metà dell’VIII secolo, ma fu poi ricostruita interamente alla fine del XV secolo. Quando cioè già era finita la costruzione del Castello di Giulio II.

L’edificio fortificato, noto anche come “la Rocca di Ostia” dapprima inglobò il torrione voluto da Papa Martino V (1423/1424) per poi raggiungere la configurazione attuale dal 1483.

L’evoluzione di Gregoriopoli: dal rifugio alla cittadella del Borgo di Ostia Antica

Il Borgo di Ostia Antica fu rifugio per la popolazione di Ostia nei secoli successivi alla caduta dell’Impero Romano. L’area archeologica è oggi di straordinaria importanza per lo studio della civiltà romana, dato lo sviluppo urbano e sociale raggiunto nei suoi secoli di maggiore sviluppo.

Le prime trasformazioni del borgo cominciarono nel IX secolo con Papa Gregorio IV che, per proteggere i residenti dalle incursioni saracene, fortificò la zona. Nacque così Gregoriopoli, un riferimento di sicurezza locale e un nucleo di insediamento civile popoloso.

Nel XV secolo, la presenza strategica sul Tevere e il controllo delle saline portarono ad ulteriori sviluppi: Papa Martino V progettò una torre circolare difensiva.

Successivamente, il cardinale Guglielmo d’Estouteville migliorò le mura della cittadella e introdusse tre file di case a schiera, oggi simbolo vivo del passato.

Il Castello di Giulio II: un capolavoro di architettura rinascimentale

Una testimonianza visibile della magnificenza del luogo, il Castello di Giulio II si erge all’estremità sud-occidentale del borgo. Fu iniziato nel 1483 per volere del cardinale Giuliano della Rovere, il futuro pontefice che diede il nome al castello.

Opera di Baccio Pontelli, anche se il Vasari lo attribuiva a Giuliano da Sangallo, questo forte risplende ancora oggi come esempio di architettura militare rinascimentale. L’ingresso all’ampio cortile, lo scalone monumentale e gli affreschi sul mito di Ettore attribuiti a Baldassarre Peruzzi incantano i visitatori.

Con le sue mura in mattoni, i torrioni imponenti, le strutture difensive, e un unico giro di ronda, il castello rappresentava un simbolo di potere e protezione. Sfortunati eventi storici portarono al suo declino nel 1557. Tuttavia, visitare il castello regala sempre uno straordinario viaggio tra le sue possenti strutture e il suo passato glorioso.

Un invito alla scoperta: passeggiando tra storia, cultura e immagini da ricostruire

Ostia Antica è un gioiello rinascimentale che racconta millenni di storia, secoli di arte e architettura. Un’esperienza unica che offre scorci mozzafiato tra le antiche rovine e l’atmosfera marittima, appena fuori dalla frenesia urbana di Roma.

Visitarla significa immergersi nella storia senza tempo, esplorare la bellezza rustica delle antiche mura e assaporare la quiete attuale. Un suggerimento di visita è quello di passeggiare lungo le mura immaginate, dove l’aria porta sentori di salsedine e di racconti perduti.

Ogni pietra racconta una storia fatta di flussi di popoli, cultura e difese tenaci. La vicinanza al mare aggiunge un tocco di poesia alla visita, unendo l’aspetto storico con la bellezza naturale del Lazio. La presenza del Tevere, un tempo arteria vitale che collegava Roma al suo porto, arricchisce ulteriormente l’incanto del luogo. Il corso del fiume cambiò per sempre nei pressi di Ostia Antica in seguito a una grande alluvione del 1557.

Prima di quell’evento, il Tevere aveva un’ansa tortuosa che lo portava direttamente a Ostia, dove scorreva vicino al Castello di Giulio II. L’alluvione, però, spazzò via quel tratto del fiume, creando un nuovo alveo che oggi viene chiamato “Fiume Morto”. 

La testimonianza della forza della natura si vede nei segni lasciati dalle piene e nelle trasformazioni del paesaggio circostante.

Con il Blog su Roma e sul Lazio NANDO vi guida alla scoperta dei territori per il piacere di soddisfare curiosità e mettere la cultura al servizio di persone e imprese.

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A cura de il NETWORK | testo Andrea Franchini | foto Ezio Bocci
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